Un retriever d’acqua alla ricerca di tartufi.
Il Lagotto Romagnolo è una razza italiana antica da riporto in acqua, ma non solo…
Prosperava nella regione del delta del Po e veniva usato durante le battute di caccia per il riporto di uccelli acquatici, poiché era un formidabile nuotatore negli acquitrini paludosi.
Con la diminuzione di zone umide molti iniziarono ad addestrare questa razza per la ricerca di tartufi: un’attività che richiede un olfatto altamente sviluppato e un’ottima capacità di collaborazione durante la ricerca.
Purtroppo l’imperizia umana nell’incrociare le varie razze tra di loro per ottenere più motivazioni di razza contemporaneamente ha portato il Lagotto Romagnolo sull’orlo della totale estinzione.
Erasmo di Valvasone
Poema "La Caccia", Friuli (1591)
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Grazie all’impegno di appassionati cinofili amanti di questa eccellenza canina italiana, in primo luogo il Dott. Antonio Morsiani, il Prof. Francesco Ballotta, il Rag. Lodovico Babini e Sig. Quintino Toschi, con l’aiuto di allevatori locali, il Lagotto Romagnolo è stato salvato dall’estinzione, alla fine degli anni ’70.
La portata di questa impresa fu enorme e merita grande rispetto e riconoscenza.
Lo standard di razza è stato ufficializzato e approvato dall’ENCI nel 1992.
Nel 1995 la FCI, Federazione Cinologica Internazionale, ha riconosciuto il Lagotto Romagnolo quale razza canina italiana, del gruppo 8.
Gli allevatori etici accoppiano solo soggetti sani, sui quali sono stati eseguiti test genetici e lastre, a dimostrazione della loro idoneità alla riproduzione.
Il pedigree ENCI-FCI è un certificato contenente l’albero genealogico del cucciolo, assicura le avvenute lastre e analisi, garantendo la qualità del lavoro e lo sforzo indefesso nel tutelare questa splendida razza canina.